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Ieri sono stato intelligente quindi volevo cambiare il mondo ...
... oggi sono saggio quindi mi sto cambiando.
R u m i

TESEO ed ARIANNA
Arianna chiede giusta vendetta agli Dei!

VENDETTA O GIUSTIZIA?

Direi GUARIGIONE

Canova - Teseo sul Minotauro.png

“Ma i miei occhi non li chiuda la morte

né i sensi lascino il corpo sfinito,

prima che io, tradita, chieda agli dei la pena dovuta

e invochi nell’ora della fine l’aiuto divino.”

Catullo, Carme 64, vv. 116-148.

ARIANNA CHIEDE AGLI DEI UNA GIUSTA VENDETTA

 

Quando veniamo colpiti da un evento, a mente calda spesso si giura vendetta … “che te possino …” in dialetto romanesco.

 

La mitologia ci offre invece altri punti di vista … altre soluzioni, che chissà per quale ragione sono collegabili alle dinamiche dell’Universo.

 

Il “Mito di Perseo ed Arianna” mi da lo spunto per condividere che la giusta vendetta … o meglio la giustizia … non la dobbiamo valutare noi …

Noi dobbiamo solo chiedere giustizia … e la dobbiamo chiedere con il cuore!

 

Il nostro modo di pensare è basato sul principio “occhio per occhio … dente per dente” … ma alla fine la giustizia divina non arriva secondo i nostri parametri terrestri … che si basano sul ragionamento … ma sui parametri Celesti.

 

E la giustizia divina arriva in modo tale che ciascuno di noi possa guarire le proprie ferite … imparare le proprie lezioni di vita … accettare di eliminare il proprio ego per imparare una determinata lezione di vita … non sotto forma di vendetta.

Se non accettiamo di imparare una determinata lezione, che ci consentirà di guarire una ferita connessa, ci arriverà un’altra prova per farcela apprendere … e poi un’altra ancora … fino a farci capire cosa dobbiamo imparare.

 

Come chiedere giustizia?

Con il cuore …

Chi non ha cuore, non ha sentimenti … non ha emozioni … ed allora non potrà andare da nessuna parte.

L’Umanità deve aprire le porte del cuore per un andare avanti … altrimenti ci saranno solo guerre … e le guerre distruggeranno tutto … sia a livello familiare che lavorativo … nel matrimonio come negli affari o nelle amicizie … ovvero una nazione sia a livello umano che economico.

 

La giustizia divina è sempre attiva … e le guerre continue tra nazioni come nelle famiglie c’è lo dimostra pienamente.

Quanti divorzi … da arco e frecce siamo passati alle bombe atomiche intelligenti … vendetta e mancanza di rispetto per sè stessi e per chi ci sta accanto (partner, collega o nazione che sia) … segno che proprio l’Umanità non capisce … non si impegna nell’amore e nel rispetto … e non riesce ad aprire le porte del cuore per guarire le proprie ferite.

Il mito di Teseo e Arianna racconta di Arianna figlia di Minosse, re di Creta, fuggita da Creta con Teseo figlio di Egeo, re di Atene, dopo averlo aiutato a uccidere il Minotauro, metà uomo e metà toro. Fu poi abbandonata da Teseo sulla spiaggia di Nasso, dove fu trovata dal dio Dioniso, che la sposò.

Il mito di Teseo e Arianna

Tutto ebbe inizio quando Minosse salito sul trono di Creta, pregò Poseidone, dio del mare, di inviargli un toro da sacrificare per la sua incoronazione. Il dio fece emergere dal mare uno splendido toro bianco. Minosse ne rimase così colpito che, anziché sacrificarlo, lo mise tra le sue mandrie, uccidendo un altro toro.

Per vendicarsi, Poseidone fece innamorare del toro Pasifae, la moglie di Minosse. Dalla loro unione nacque il Minotauro, dal corpo umano e dalla testa taurina. Per nasconderlo, Minosse incaricò l’architetto Dedalo di costruire un labirinto dal quale era impossibile uscire. Per saziare il Minotauro, Minosse costrinse poi la città di Atene, allora sottomessa a Creta, di inviare ogni 9 anni 7 fanciulli e 7 fanciulle.

 

Un anno Teseo, figlio di Egeo re di Atene, si unì al gruppo; entrò nel labirinto, affrontò il mostro e lo uccise. Teseo ci riuscì grazie all’aiuto di Arianna, la figlia del re Minosse, che si era innamorata di lui. Infatti, in cambio della promessa di portarla via con sé, egli ricevette un gomitolo di lana da dipanare una volta entrato nel labirinto, assicurandosi così la via del ritorno.

Teseo, però, una volta che ebbe scampato il pericolo, si pentì della promessa fatta ad Arianna e meditò di liberarsi di lei. E così, dopo aver fatto scalo a Nasso (oggi Naxos, nel mare Egeo) per rifornirsi di acqua e di cibo, egli, approfittando che la giovane si era addormentata, si imbarcò sulla nave e ripartì.

Al suo risveglio la povera Arianna si accorse di essere stata tradita perché Teseo l’aveva abbandonata, cioè “piantata in Nasso”. A poco a poco nella lingua parlata la locuzione si modificò e diventò “piantare in asso“.

Quanto a Teseo, la sua slealtà fu punita. Egli, infatti, felice di ritornare vittorioso dalla sua missione (l’uccisione del Minotauro), si dimenticò di cambiare le vele nere con quelle bianche, come aveva assicurato al padre Egeo. E il povero vecchio, vedendo la vela nera issata sulla nave del figlio, si convinse che il figlio fosse stato ucciso; perciò, preso da un atroce sconforto, finì travolto dal dolore e si gettò nel mare che prese il nome di lui (mare Egeo).

Nel frattempo Arianna, piangendo disperatamente, era sul punto di togliersi la vita, quando improvvisamente uscì dal mare un giovane. Era il dio Dioniso che consolò e corteggiò la dolce fanciulla, facendo poi di lei la sua sposa.

 


ARIANNA CHIEDE AGLI DEI UNA GIUSTA VENDETTA

Catullo, Carme 64, vv. 116-148.

“Ma i miei occhi non li chiuda la morte

né i sensi lascino il corpo sfinito,

prima che io, tradita, chieda agli dei la pena dovuta

e invochi nell’ora della fine l’aiuto divino.

Perciò voi che punite con la vendetta le azioni dell’uomo,

o Eumenidi, la cui fronte rivela lo sdegno che spira dal cuore,

qui, qui venite di corsa ad ascoltare le pene

che io, ah! infelice, non più trattengo

nell’intimo, abbandonata, rabbiosa, cieca per folle furore.

E poiché queste pene nascono schiette dal fondo del cuore,

fate che il mio soffrire non vada perduto,

ma con quale mente Teseo sola mi lasciò,

con tale mente, o dee, sia sciagura per sé e per i suoi”.

Foto:

Antonio Canova, Teseo sul Minotauro, 1781-1783, Victoria and Albert Museum, Londra

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