top of page

Ieri sono stato intelligente quindi volevo cambiare il mondo ...
... oggi sono saggio quindi mi sto cambiando.
R u m i

PADRE RICCO ... padre povero
Robert Kiyosaki 

Kiyosaki - Padre ricco padre povero.png

Quello che i ricchi insegnano ai figli sul denaro

by Robert T. Kiyosaky

 

La nota è tratta dalla "Introduzione ... C'è un bisogno" al libro di R. Kiyosaki, di Sharon Lechter.

 

"La scuola prepara gli alunni alla vita reale? 

Studia molto e prendi buoni voti, poi troverai un lavoro ben pagato e ne avrai grandi benefici, solevano dirmi i miei genitori. 

Il loro obiettivo consisteva nel procurare, a me e mia sorella maggiore, la miglior istruzione scolastica sul mercato, così che, nella vita adulta, avremmo avuto ottime possibilità di successo. 

Nel 1976, laureandomi col massimo dei voti in Economia alla Florida State University, ho realizzato la loro aspirazione. 

Era il coronamento della loro vita. 

Poi, conformemente al piano genitoriale, sono stata assunta da uno dei migliori studi di revisione dei conti, aspettandomi di iniziare una bella carriera prima di poter andare in pensione ancora giovane. 

 

Michael, mio marito, ha seguito una strada analoga. 

Venivamo entrambi da famiglie di grandi lavoratori, con mezzi modesti ma dotati di granitica etica professionale. 

Anche lui si è laureato con dichiarazione di lode, e lo ha fatto per ben due volte: prima in ingegneria, poi in giurisprudenza. 

Lo hanno assunto subito in un prestigioso studio di avvocati a Washington, D.C., specializzati soprattutto in brevetti; il suo futuro sembrava roseo, la sua carriera già definita, con ottime prospettive di pensione. 

 

Senonché, nonostante i vari successi professionali, la nostra carriera si è dimostrata diversa da come avevamo ipotizzato. 

Abbiamo cambiato diverse volte occupazione (sempre per giustificati motivi), ma non ci soddisfano i piani pensionistici. 

Il nostro fondo-pensione si sta rimpolpando solo grazie ai nostri contributi. 

 

Io e Michael andiamo molto d’accordo e abbiamo tre figli meravigliosi. 

Abbiamo speso una fortuna per far sì che ricevessero la miglior istruzione possibile. 

 

Una volta, nel 1996, uno di loro tornò a casa deluso dalla scuola. Era annoiato, stanco di studiare ... perché dovrei sprecare tempo a studiare materie che non mi serviranno mai nella vita? ... protestò. 

Senza riflettere, risposi ... perché se non prendi ottimi voti non puoi iscriverti all’università. 

Ma anche se non andrò all’università, replicò lui, diventerò ricco lo stesso. 

Se non ti laureerai, non troverai un buon lavoro, esclamai con una punta di apprensione (e gran cuore di mamma). 

E se non avrai un buon lavoro, come credi di arricchirti? 

Lui sorrideva sotto i baffi e scuoteva la testa con espressione annoiata. 

Ne avevamo parlato altre volte. 

Mio figlio soleva abbassare lo sguardo facendo ruotare gli occhi. 

Era di nuovo sordo ai miei consigli di madre apprensiva.

Adesso ero io a ricevere una lezione ...

Mamma ... esordiva ... è ora che ti aggiorni! Guardati attorno; le persone di successo non si sono arricchite perché hanno studiato molto. Guarda Madonna e Michael Jordan. Perfino Bill Gates, che non è riuscito a laurearsi a Harvard, però ha fondato la Microsoft: adesso è l’uomo più ricco d’America ...

 

Lungo silenzio. 

Mi stavo accorgendo di instillare in mio figlio i medesimi suggerimenti che mi avevano dato i miei genitori. 

Il mondo è cambiato, ma non i loro consigli. 

Frequentare una buona scuola e meritarsi buoni voti non assicura più il successo: sembra non se ne sia accorto nessuno, tranne i nostri figli. 

 

Mamma, continuava lui, non voglio lavorare tanto come te o il padre. Voi guadagnate bene; viviamo in una casa grande con un sacco di apparecchiature elettroniche. Seguendo i vostri consigli, finirò come voi a faticare sempre più solo per pagare le tasse e ritrovarmi indebitato. Non esiste più la sicurezza del posto, so tutto sulle ristrutturazioni aziendali e sulla forza-lavoro in esubero. So anche che oggi i laureati guadagnano meno di quando ti sei laureata tu. Guarda i medici: non sono più ricchi come una volta. Inoltre, oggi non si può fare affidamento sulla previdenza sociale o sulle pensioni di anzianità. C’è bisogno di altre soluzioni.

 

Aveva ragione ... aveva bisogno di altre soluzioni, come me, del resto. 

Forse i consigli dei miei genitori erano adatti per chi nasceva prima del 1945, ma possono rivelarsi disastrosi per chi nasce in questo mondo continuamente mutevole.

 

In quanto madre, oltre che ragioniera, sono sempre stata preoccupata dalla carente preparazione finanziaria che i nostri bambini ricevono a scuola. 

Oggi molti ragazzi possiedono una carta di credito ancor prima di finire le superiori, eppure non hanno mai seguito un corso di economia né d’investimento monetario.

 

Senza alfabetizzazione economico-finanziaria, essi non sono pronti ad affrontare il mondo che li aspetta, un mondo in cui si privilegia la spesa rispetto al risparmio.

 

Quando il mio figlio maggiore, da matricola universitaria, si è disperatamente indebitato, l’ho aiutato non solo a estinguere

le carte di credito, ma mi sono anche messa a cercare un programma di istruzione finanziaria da insegnare a tutti i miei figli. 

 

Un giorno, mio marito mi chiamò dal suo ufficio dicendomi: Conosco una persona che dovresti incontrare. Si chiama Robert Kiyosaki. È un uomo d’affari, un investitore;  è venuto da me per chiedere il brevetto su un programma educativo. Credo che sia quello che cercavi.

 

Mio marito Mike era talmente impressionato dal Cashflow, il prodotto educativo inventato da Robert Kiyosaki, che si era dato da fare affinché partecipassi, insieme a lui, a una prova dimostrativa del prototipo. 

Trattandosi di un gioco istruttivo, invitai anche mia figlia diciannovenne, allora matricola alla locale università, che accettò di buon grado. 

In tutto, eravamo quindici partecipanti suddivisi in tre gruppi. Mike aveva ragione: era il programma educativo che stavo cercando per i nostri figli.

 

Un test finanziario si è trasformato rapidamente in un pomeriggio divertente insieme a mia figlia: parlavamo di cose che in precedenza non avevamo mai sfiorato.

 

Tra i giocatori, c’erano anche un banchiere, un industriale e un programmatore elettronico. 

La cosa che ha stupito, e mi ha irritato, è quanto poco ne sapessero di ragioneria e investimenti, materie tanto essenziali per la loro esistenza. 

Mi sono chiesta come potessero gestire i loro affari nella vita reale.

Non capivano la relazione che esiste tra lo Stato patrimoniale e il conto Profitti e Perdite. 

Comprando e vendendo dei beni, facevano fatica a ricordare che ogni transazione poteva influire sul loro flusso di cassa mensile.

Alla fine della prova, Kiyosaki ci lasciò quindici minuti di tempo per commentare tra noi il gioco. 

 

L’industriale vicino a me non era contento; la partita non gli era piaciuta ... 

... Non ho bisogno di sapere queste cose, borbottava ...

... Io assumo ragionieri, banchieri e avvocati per queste faccende. 

Allora, Kiyosaki gli disse: 

«Ha mai notato che ci sono un sacco di contabili poveri? 

Lo stesso vale per i banchieri, per gli avvocati, per gli agenti di cambio e immobiliari. 

Sanno molte cose; in genere, infatti, sono intelligenti, ma la maggioranza non è affatto ricca. 

I consigli li chiediamo a queste persone, ma nelle nostre scuole non si insegna ciò che sanno i ricchi».

 

Anche il programmatore di computer non era rimasto particolarmente colpito dal gioco ...

... Ci sono dei programmi che ti insegnano queste cose ...

... precisava. 

 

Il banchiere, invece, era intrigato. 

Ho studiato questi argomenti argomenti a scuola ... ma non ho mai saputo come applicarli nella vita reale. Adesso lo so. Ho bisogno di imparare a uscire dalla Corsa del topo. 

 

Tuttavia, a impressionarmi di più sono stati ovviamente i commenti di mia figlia: 

Imparare è stato divertente, esclamava; ho appreso molte cose sul modo in cui funziona il denaro e su come investirlo. 

Poi aggiunse ... 

Ora so di poter scegliere una professione per il lavoro che voglio svolgere e non per puntare alla sicurezza occupazionale, a uno stipendio elevato coi benefici accessori. Se imparerò ciò che insegna questo gioco, sarò libera di fare quello che desidero dal profondo del cuore… anziché studiare qualcosa perché la nostra economia richiede certe abilità professionali. Se imparo questo, non dovrò preoccuparmi del posto fisso e della previdenza sociale come fanno i miei compagni di classe.

 

La preoccupazione principale di Kiyosaki era il crescente divario tra abbienti e non abbienti in America e negli altri paesi del mondo.

 

Il mondo è cambiato, a differenza del sistema scolastico, che non si è affatto adeguato. 

 

A suo avviso, i nostri figli passano anni in un sistema educativo antiquato a studiare materie che non useranno mai, preparandosi per un mondo che non esiste più. 

 

«Oggi il consiglio più pericoloso che puoi dare a un ragazzo è: Va’ a scuola, prendi voti alti e poi cercati un lavoro sicuro ... 

È un consiglio vecchio, per di più sbagliato ... perché se vuoi che tuo figlio abbia un futuro finanziario sicuro, non è possibile giocare con le vecchie regole. 

Sono troppo pericolose.

La gente come me si attiene a una serie di regole diverse da quelle che segue la massa.

Cosa succede quando un’azienda annuncia una riduzione della forza-lavoro?» 

Si licenzia la gente, dissi. 

Le famiglie sono in difficoltà; sale la disoccupazione. 

«Sì, ma cosa succede all’azienda, specie se è quotata sul mercato azionario?» 

Di solito, quando vengono annunciate le riduzioni, sale il prezzo delle azioni, dissi. Il mercato è contento se un’azienda riduce i costi grazie all’automazione o per consolidamento della forza-lavoro. 

«Esatto», continuava Kiyosaki. 

«E quando le azioni salgono, la gente come me, gli azionisti, si arricchisce. 

Ecco ciò che intendo con una diversa serie di regole. 

I dipendenti perdono; proprietari e investitori vincono». 

 

Kiyosaki non stava spiegando soltanto la differenza tra dipendenti e imprenditori, ma anche quella tra controllare il proprio destino e delegare tale controllo a qualcun altro. Tuttavia, per molti è difficile capire perché ciò accade, sono intervenuta. 

 

«Ecco perché non bisogna dire semplicemente ad un ragazzo  procurati una buona istruzione. 

È sciocco presumere che l’istruzione garantita dal sistema scolastico prepari i nostri figli al mondo che dovranno affrontare dopo la laurea. 

Ognuno ha bisogno di maggiore istruzione. 

E diversa. 

I nostri figli devono conoscerne le regole.

Ci sono le regole monetarie a cui si attengono i ricchi e quelle che segue il 95% della popolazione. 

Quel 95% le impara in casa o a scuola. 

Ecco perché è pericoloso dire semplicemente a un figlio applicati nello studio e cercati un lavoro. 

Oggi un ragazzo necessita di un’istruzione più sofisticata, ma l’attuale sistema non gliela dà. 

Non mi interessa sapere quanti calcolatori elettronici mettono in ciascuna classe o il budget a disposizione della scuola. 

Come può un sistema scolastico insegnare una materia che non conosce?» 

 

Ma come può un genitore insegnare ai figli ciò che non fa la scuola? 

Come spiegare la contabilità a un bambino? 

Non si annoierà? 

E come insegnare l’arte di investire quando, come genitori, si è sempre contrari ai rischi? 

 

Invece di consigliare ai miei ragazzi di giocare sempre sul sicuro, decisi che era meglio insegnare loro a essere intelligenti.

 

Come insegnare ad un figlio la gestione monetaria?

Gli chiesi quante informazioni finanziarie riteneva avesse bisogno un ragazzo. 

Kiyosaki rispose che la cosa era soggettiva. 

Lui sapeva fin da piccolo di volersi arricchire ed è stato abbastanza fortunato da avere un padre ricco e desideroso di guidarlo. 

 

L’istruzione è il fondamento del successo ... le abilità scolastiche sono importanti al pari di quelle finanziarie e quelle comunicative.

 

Quella raccontata nel libro è la storia dei due padri di Robert, uno ricco e l’altro povero, ma essa si sofferma anche sulle abilità da lui perfezionate nel corso del tempo.

 

Avviso per i commercialisti che lo leggono: 

sospendete il giudizio, dimenticate le teorie accademiche e aprite la mente a quelle che vi presenta Kiyosaki. 

Anche se sfidano i princìpi fondamentali delle nozioni ragionieristiche, molte vi apriranno preziosi squarci sul modo in cui i veri investitori analizzano i fatti e prendono le loro decisioni. 

 

Quando, come genitori, consigliamo ai nostri figli di andare a scuola, applicarsi nello studio e trovare un buon lavoro, lo facciamo per abitudine culturale.

 

Kiyosaki era stato allevato da due padri, che gli avevano insegnato a lottare per due obiettivi diversi:

  1. Il padre istruito gli consigliava di impiegarsi in un’azienda, 

  2. quello ricco lo spronava a possedere un’azienda. 

Entrambi i percorsi professionali richiedevano una preliminare istruzione scolastica, ma le materie di studio sarebbero state diverse. 

 

Il padre istruito lo incoraggiava a essere intelligente ...

... il padre ricco a sapere come assumere persone intelligenti.

 

Il padre vero era Provveditore agli studi nello Stato delle Hawaii. 

Quando Kiyosaki aveva sedici anni, la minaccia paterna era se non prendi ottimi voti, non troverai un buon lavoro ... aveva scarsi effetti. 

Kiyosaki sapeva già che avrebbe finito per possedere delle aziende, e non per impiegarsi in una ditta, o più, per tutta la vita. 

Kiyosaki racconta che  se non fosse stato per un saggio e tenace consulente scolastico, avrebbe lasciato la scuola alle superiori. 

Era già desiderso di aumentare i beni delle sue attività, ma poi decise che anche l’istruzione universitaria gli avrebbe dato dei vantaggi.

 

Forse le idee presentate in questo volume sono ancora troppo avanzate e radicali per la maggioranza dei genitori odierni ... ma bisogna essere aperti alle idee audaci e innovative. 

 

Incoraggiare i figli a impiegarsi in un ufficio significa condannarli a pagare più della loro giusta quota di tasse per tutta la vita, con fosche prospettive per la pensione. 

E sappiamo bene che le tasse rappresentano la spesa principale di una persona.

La maggior parte delle famiglie lavora per gran parte dell'anno  per lo Stato, cioè per pagare le varie imposte. 

 

Occorrono nuove idee.

 

I ricchi consigliano altre cose ai loro figli. 

Impartiscono loro i primi insegnamenti in casa, attorno al tavolo. 

 

Forse le cose che leggerete non sono quelle di cui vi piace discutere.

 

Kiyosaki desidera informare che chiunque può arricchirsi se decide di farlo. 

Anche se oggi si è dei bidelli, dei giardinieri o perfino disoccupati, c'è la possibilità di istruirsi, insegnando alle persone che si amano a curare il loro benessere finanziario.

 

La sagacia finanziaria è il processo mentale con cui risolviamo i nostri problemi di liquidità.

 

Si è di fronte cambiamenti globali e tecnologici superiori a quelli mai affrontati ... si preparano mutamenti che trascendono la nostra attuale realtà. 

Chi sa cosa c’è dietro l’angolo?  

Possiamo giocare sul sicuro ... 

... o essere intelligenti, preparandoci a istruirci, a risvegliare il nostro genio finanziario e quello dei nostri figli".

 

Kiyosaki, Robert T.

Padre ricco padre povero: Quello che i ricchi insegnano ai figli sul denaro (Italian Edition). 

Gribaudi. Edizione del Kindle. 

CONTACT

Thanks for submitting!

bottom of page